La Torre, austera e svettante, possiede una facciata arricchita da strette finestre ad arco falcato. Originariamente furono porticciole per dare accesso al ballatoio in legno poggiato sui modiglioni, dove le dame ed i cavalieri erano soliti adornare con gli arazzi degli Useppi durante le visite di personaggi importanti, come quella di Dante Alighieri, di Lorenzo de' Medici, di Niccolò Machiavelli il grande segretario fiorentino alla corte dei Medici, dell'animoso predicatore domenicano Girolamo Savoranola, di illustrissimi artisti fiorentini come Domenico Ghirlandaio, Benozzo Gozzoli e molti altri personaggi che frequentarono la San Gimignano dei tempi che furono.
Le Torri già da sole ci dicono quale sia il volto di San Gimignano, ed insieme a queste parlano i torrioni, le porte, le fonti, le cisterne, le vecchie viuzze strette e tortuose, la case e le casetorri del 1200 e 1300.
Se la gente cominciasse a girare per la strada nei suoi antichi e stupendi costumi tradizionali, il clima e la vita madioevale sarebbero perfettamente ricostruiti. Questa è San Gimignano: il fascino e la bellezza medievale, il linguaggio immutato di ogni casa e di ogni via, il tempo lontano che si è fermato su ogni muro e su ogni angolo, fanno di San Gimignano un piccolo ma prezioso gioiello della Toscana conosciuto in tutto il mondo.
La città prende il nome dal Santo Vescovo di Modena, Gimignano, il quale avrebbe salvato la città di San Gimignano dalle orde barbariche. Il suo sviluppo demografico e commerciale è stato favorito dalla sua splendida ubicazione lungo la via Francigena o via Romea, la famosa strada che collegava Roma ai più importanti paesi dell'Europa e che rappresentava lo sviluppo degli scambi commercili di quell'epoca (dall'anno 990).